A raccontarla si fa fatica a crederci, perché quello che è successo oggi, ai Mondiali paralimpici di Lillehammer a Giuseppe Romele, è qualcosa di pazzesco, mai visto prima.
Giuseppe Romele non stava soltanto vincendo, ma persino dominando la long distance ai Mondiali di Lillehammer. Peccato però che per un errore di calcolo tra il malfunzionamento del gps dell’atleta, una valutazione sbagliata del responsabile tecnico azzurro Duilio Friz e il mancato suono della campana sul circuito hanno portato il forte atleta lombardo a sbagliare percorso e a compiere un giro in più anziché dirigersi verso il traguardo, che avrebbe tagliato con quasi due minuti di anticipo rispetto al russo Ivan Golubkov, che poi si è preso la medaglia d’oro.
«Friz mi ha detto: “Hai ancora un giro», ha dichiarato nelle fasi concitate post gara Romele, tentando di capire cosa fosse successo insieme al preparatore atletico Paolo Marchetti, che gli ha chiarito l’accaduto.
«Non so cosa dire, abbiamo buttato via un mondiale per un mio errore di calcolo. Mi prendo tutte le responsabilità io di quello che è successo, sono andato in tilt – ammette il responsabile tecnico azzurro Friz -. Mi dispiace moltissimo perché avrebbe stravinto, l’unica cosa positiva è che Beppe ha capito lo sbaglio, è moralmente il vincitore perché non avrebbe semplicemente vinto, ma stravinto la gara.
L’importante è marzo, certo aver fatto 21 km in 1 ora e 1 minuto è un qualcosa di impressionante in chiave 18 km per Pechino, però abbiamo gettato alle ortiche un titolo che era nelle nostre mani al termine di una gara condotta alla perfezione sino al mio errore.
Il primo giro, Beppe ha amministrato, poi è andato in vantaggio tra il secondo e il terzo e nel quarto ha messo il turbo, aumentando il divario fino al minuto. Quando ha imboccato la strada sbagliata, si sarebbe diretto all’arrivo con circa due minuti di margine su Golubkov. Peccato davvero, ma c’è un’altra gara tra quattro giorni. Ci sarà ancora da battagliare sabato 22, vedremo come andrà nello sprint». Gi
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